Amazon Explore si amplia ai piccoli gruppi: un ulteriore passo del colosso americano verso il settore viaggi?

Nel 2020 Amazon, il gigante americano dell’e-commerce, ha lanciato, sull’onda della pandemia, Amazon Explore, un nuovo marketplace online che permette di prenotare tour virtuali con il supporto e l’esperienza di guide locali. In un periodo in cui nessuno poteva viaggiare, l’ancora di salvezza del digitale è stata cavalcata da molte aziende e certo Amazon non si è tirata indietro.

Il programma è stato lanciato in versione beta solo per i clienti americani e attualmente offre più di 450 esperienze in 21 location del mondo, abbracciando le aree tra le più disparate: da tour virtuali tra i sapori e profumi di Tokyo ed esperienze esoteriche nel castello di Edimburgo fino ad avventure a contatto con la fauna costaricana.

E proprio riportando le parole di Amazon, il loro obiettivo consiste nel trasportare le persone in altre parti del mondo grazie a esperienze virtuali interattive e stimolanti, e allo stesso tempo avvicinare i milioni di utenti di Amazon a tante piccole realtà locali, che durante la crisi pandemica hanno dovuto fare i conti con una riduzione drastica del proprio lavoro.

Ma, andando oltre al così dichiarato slancio altruistico di Amazon, come si sta evolvendo Amazon Explore nello scenario postpandemico e che ruolo giocherà per il turismo?

Amazon Explore evolve e crea esperienze per piccoli gruppi

Dopo questa piccola premessa iniziale, giunge la notizia di un ulteriore ampliamento di Amazon Explore, esattamente un anno dopo il suo lancio. Qual è la novità? Nell’anno passato i tour virtuali offrivano un’esperienza in diretta, one-to-one, che poteva essere personalizzata.

Ora, oltre a questa opzione, il tour può essere prenotato anche per piccoli gruppi: non per forza amici e parenti che acquistano insieme un’esperienza, ma il tour è prenotabile con un massimo di sette partecipanti che si trovano in diverse parti del mondo e che accedono da diversi device. Altre feature consistono nell’interazione con l’host e gli altri partecipanti, la possibilità di fare foto e indicare i propri interessi durante il tour attraverso un semplice click. La condivisione di un’esperienza online ha l’obiettivo di aggregare persone che hanno gli stessi interessi e desideri, anche se fisicamente distanti. Come ha affermato Wasiq Bokahr, direttore di Amazon Explore, “Amazon Explore è costruito sull’idea di connessione”.

Cosa indica questo ulteriore passo per il mondo del turismo?

Non sorprende che grandi aziende come Amazon si stiano muovendo in questa direzione. Per esempio anche Airbnb aveva lanciato il formato delle esperienze virtuali per andare incontro a una necessità, ovvero quella di fruire di contenuti direttamente da casa propria. Allo stesso tempo Amazon può contare di una solida posizione nel mercato dell’e-commerce e del retail e quindi aprirsi potenzialmente a tutti, anche a negozi, artigiani, guide, chef, artisti e fornire loro un’addizionale fonte di guadagno. La volontà di procedere su questa direzione e ampliare la propria piattaforma ai piccoli gruppi in un periodo in cui possiamo ricominciare a viaggiare ci indica una cosa ben chiara: la pandemia ha aperto un’infinità di nuove opportunità e modi di come usufruiamo i nostri servizi, che non saranno temporanee e limitate a quel periodo. Si tratta di strategie trasversali per navigare nel “nuovo mondo”. Strategie che si legano al tema caldo del Neverending Tourism, ovvero la possibilità di amplificare e allungare l’esperienza di viaggio del turista sia nel tempo, che nello spazio.

Fonte: Travel Trends parola “virtual tour” negli ultimi 12 mesi

Che implicazioni ci saranno per il settore travel?

Molti operatori sono dell’idea che Amazon stia pian piano testando il terreno nel settore. Amazon insiste dicendo “che si tratta di un passaggio per entrare nel mondo dei viaggi”, ma che la piattaforma “è stata creata per integrare, e non sostituire, i viaggi tradizionali“.

Travel Weekly ha riportato il parere di Douglas Quinby, co-fondatore di Arival, che vede queste esperienze, che mettono in collegamento l’utente con i commercianti locali, come un’estensione del core business, ovvero l’impronta di e-commerce e di vendita al dettaglio su internet.

Nonostante questo, lo sguardo degli attori turistici nei confronti di Amazon non si placa, dopo che Airbnb ed Expedia hanno aggiunto esperienze virtuali al loro catalogo. ​​

Non ci saremmo forse aspettati queste mosse proprio da Amazon, ma non dobbiamo dimenticare che, oltreoceano, Amazon ha provato a più riprese di entrare nel settore turistico, con la progettazione di una sezione dedicata alla prenotazione dei voli in India, in collaborazione con CTrip.

Certamente, l’avvicinamento e l’interesse di giganti come Amazon testimonia la maturazione di un settore strategico e competitivo come quello del mercato dell’esperienze.

Qualcuno riesce a predire la prossima mossa? 😉

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