Il cicloturismo – il turismo domestico riparte su 2 ruote

Il turismo domestico e di prossimità può ripartire in bicicletta e lo farà alla grande, come dimostrano i dati del Rapporto 2020 Isnart Legambiente sull’Economia del Cicloturismo. Il turismo sue due ruote rientra perfettamente nell’economia del momento, quella conseguente all’emergenza Covid-19 e ancora in fase di definizione poiché dipendente dai blocchi degli spostamenti, dal calo del turismo ed interconnessa alla stringene necessità di sicurezza.

Si parla oggi di Low Touch Economy, l’economia del distanziamento sociale, ovvero di un nuovo modo di fare marketing turistico rispettando la salute, il distanziamento e la sicurezza. In questa cornice s’inserisce perfettamente il cicloturismo perché da un lato permette di rispettare naturalmente tutte le norme imposte per la tutela della salute, dall’altro permette di muoversi, viaggiare, scoprire il territorio e stare a contatto con la natura.

Inoltre, il turismo a due ruote è adatto a grandi e piccini, a famiglie e single, a coppie e a gruppi. È quindi la soluzione ideale in questa fase di transizione e negli scenari prossimi venturi che vedono un prevalere delle vacanze e delle attività a poca distanza dalla propria abitazione, all’aperto e last minute.

Cicloturismo e tendenze 2019 – 2021, tutti i dati

Dal rapporto 2020 Isnart-Unioncamere e Legambiente sulle tendenze e l’economia del cicloturismo in Italia, si evince che nel 2019 sono stati 20,5 milioni i pernottamenti di cicloturisti italiani, con una previsione che era stimata fino a 26 milioni nel 2020 e ancora più alta nel 2021.

Organizzare viaggi e attività connesse allo spostarsi in bicicletta ha dunque un potenziale enorme non solo per i Tour Operator e gli attori del settore, ma la creazione di valore può avere un effetto volano sul settore del turismo in considerazione del territorio e del momento storico.

La bicicletta garantisce inoltre un naturale distanziamento fisico, olte ad adattabilità e versatilità in contesti di qualsiasi tipo. La bici è poi il mezzo più adatto per un turismo di prossimità come la Staycation.

I numeri evidenziati nel rapporto restituiscono l’immagine di un fenomeno oramai non più appartenente ad una nicchia, ma una filiera che crea un vero e proprio economico rilevante con enormi potenzialità di crescita.

Cicloturismo, la spesa media

 

La spesa media del cicloturista è 75 euro pro-capite. Negli ultimi anni si è registrata una crescita esponenziale di chi sceglie di trascorrere le vacanze in bicicletta.

Se gli 1,4 milioni di cicloturisti italiani confermassero tale modalità di vacanza principale ed a questi si aggiungessero i cicloturisti che normalmente si muovono tra gennaio e maggio, si raggiungerebbe quota 2,7 milioni.

Nel 2019, il cicloturismo – comprendendo turisti italiani e stranieri – ha generato ha generato quasi 55 milioni di pernottamenti, corrispondenti al 6,1% del totale e generando una spesa complessiva di 4,7 miliardi di euro, pari al 5,6% del totale, di cui 3 miliardi generati dalla componente internazionali dei turisti.

Cicloturismo e Staycation, turismo a corto raggio

Già i dati relativi al 2019 indicano che il cicloturismo predilige il corto raggio: i cicloturisti tendono a muoversi nella stessa area di residenza o in aree limitrofe. Questa tendenza si accentua ancor di più se si pensa al 2020 e al trend emergente per il 2021: la Staycation, ovvero la vacanza di prossimità. Quale miglior mezzo della bicicletta per fare delle attività all’aria aperta ed immergersi totalmente nel territorio circostante?

I turisti italiani in bicicletta in Lombardia ed Emilia-Romagna prediligono destinazioni di prossimità, mentre veneti e toscani si spingono fino in Sicilia e Calabria.

Per quanto riguarda i turisti stranieri: tedeschi ed austriaci si concentrano in Trentino, i francesi si distribuiscono più o meno equamente tra Lombardia, Trentino e Sardegna (che è il terzo mercato di riferimento anche dei britannici).

Cicloturismo, i risultati dell’indagine ai Tour Operator specializzati regione per regione

Secondo i tour operator specializzati in cicloturismo il pacchetto medio corrisponde a 7 notti, per un valore di circa 900 €; può essere itinerante o a base fissa. Gli stessi tour operator rilevano l’effetto trainante che l’arrivo del bonus mobilità e le biciclette a pedalata assistita, hanno avuto sul comparto.

Del cicloturismo va considerata non solo la consistenza assoluta, ma anche l’importanza “relativa” rispetto al complesso dell’economia turistica locale. Il peso del cicloturismo sulla domanda turistica complessiva dell’Italia è in media del 6%, mentre nelle regioni a più alta vocazione cicloturistica l’incidenza arriva fino al 20%.

Tra i trends emergenti rilevati dai Tour Operator nel settore del Cicloturismo:

• fatturato in netta crescita rispetto agli anni precedenti

• formule più richieste: itinerari family-friendly (54%), bici e barca (30,8%)

• forte desiderio di ripercorrere tappe ciclistiche divenute storiche

Dall’indagine si rileva, inoltre, che le ciclovie italiane di maggior impatto turistico saranno:

– Ciclovia Trieste – Lignano Sabbiadoro -Venezia (43%)

– Ciclovia del Garda (43%)

– Ciclovia Tirrenica “Liguria-Toscana-Lazio” (29%)

– Ciclovia Adriatica (29%)

– Ciclovia dell’Acquedotto Pugliese (29%)

Il Trentino, insieme a Emilia e Lombardia, vede transitare quasi il 70% del movimento cicloturistico complessivo. Vi è poi anche un’apprezzabile area meridionale, composta da Puglia, Calabria, Sicilia e Sardegna, segno che l’attrattività del Cicloturismo esiste a prescindere dalla disponibilità di piste ciclabili attrezzate e servizi accessori. Indiscutibile che per un’offerta cicloturistica dei territori e per l’organizzazione di attività connesse, la presenza di infrastrutture (es. ciclovie) e servizi (es. di noleggio) dedicati è fondamentale e necessaria.

Cicloturismo, il caso del Trentino

Il Trentino-Alto Adige è la Regione che da sola intercetta la fetta più consistente (30% del totale) dell’intero flusso. La Regione vanta 16 milioni di pernottamenti di cicloturisti (15% del movimento turistico globale), con 73 euro di spesa giornaliera pro-capite.Tutto ciò si traduce in 1,1 miliardi di euro di spesa cicloturistica complessiva annua.

Considerato che la Regione vanta 3.256 km di percorsi cicloturistici, l’impatto economico generato dal cicloturismo è di circa 338 mila euro per km di ciclabile.

Se si applicassero questi fattori spesa/Km su scala nazionale – in Italia ci sono oltre 58 mila km di itinerari cicloturistici (ciclabili + ciclopedonali + ciclovie) – l’impatto del cicloturismo potrebbe raggiungere volumi di oltre 5 volte quelli registrati finora.

Conclusioni

Il Cicloturismo rappresenta una risposta concreta alla crisi del settore perché coniuga al suo interno la tutela della salute, il rispetto delle distanze, lo svolgersi di attività in sicurezza, lo stare all’aria aperta. Dal punto di vista sociale permette alle famiglie e a piccoli gruppi di stare insieme nel rispetto delle distanze. Dal punto di vista economico garantisce crescita e aumento del valore non solo per le attività coinvolte, ma per tutte le reti attive sul territorio.

Credits | Unioncamere.gov | Rapporto 2020 Isnart Legambiente Economia Cicloturismo

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