La centralità dell’enoturismo nel panorama italiano tra digitalizzazione ed esperienza territoriale

Prodotto autoctono, cultura, persone, territorio, tradizione: sono vari gli elementi che costituiscono il variegato mondo dell’enoturismo, in costante tensione tra la necessità di digitalizzazione e la volontà di mantenere un’esperienza emozionale sul territorio.

Nonostante la battuta d’arresto, le esperienze enoturistiche si caratterizzano ancora per essere un fiore all’occhiello del turismo italiano, costituendo un mercato promettente per il futuro. Le opportunità fanno però emergere delle sfide che coinvolgono gli operatori e che rispondono principalmente alla domanda: come crescere e adeguarsi di pari passo all’evoluzione di una domanda sempre più digitalizzata e offrire allo stesso tempo un’esperienza di valore?

Scopriamo insieme i mutamenti della domanda dell’enoturismo e come si è adattata l’offerta per venire incontro a delle esigenze sempre diverse e a fenomeni imprevedibili come quelli posti in essere da una pandemia.

Come si è evoluta la domanda in epoca pre-Covid

Il concetto di vino stesso si è evoluto negli anni, slegandosi dal mero prodotto di consumo, e andando ad abbracciare connotati culturali, simbolo di un determinato territorio. Il vino e il mondo che ci ruota attorno è diventato uno vero e proprio stile di vita. Conoscerlo e assaporarlo significa anche esplorare dal punto di vista turistico la cultura e la storia di un territorio.

Cantine, consorzi e associazioni hanno quindi testimoniato in questi anni una svolta esperienziale nel modo di vivere il vino, che di conseguenza si amplia e coinvolge anche tutti gli attori che fanno di contorno a questa filiera, come ristoranti, hotel e musei. Il vino è entrato in maniera dirompente nell’esperienza turistica: come riporta la Presentazione Rapporto sul Turismo Enogastronomico Italiano 2019 funge da vero driver per la scelta di un viaggio.

Il territorio diventa quindi il palcoscenico prediletto per la scoperta di queste tradizioni, motivo per cui le l’enoturismo si lega indissolubilmente al marketing territoriale.

L’Italia in questo senso ha moltissimo da offrire, come ci ricorda il rapporto: “825 prodotti agroalimentari e vitivinicoli ad Indicazione Geografica, 5.056 Prodotti Agroalimentari Tradizionali, 4 beni enogastronomici inseriti nella lista del patrimonio tangibile e intangibile dell’UNESCO, 2 città creative UNESCO dell’enogastronomia, 334.743 imprese di ristorazione, 875 ristoranti di eccellenza, 23.406 agriturismi che offrono servizi di alloggio, ristorazione e altre proposte turistiche, 114 musei legati al gusto, 173 Strade del Vino e dei Sapori”. Insomma, un patrimonio radicato nel tessuto territoriale non indifferente per presentarci al mondo e porci come capofila in questo segmento turistico.

Come il Covid ha cambiato il modo di vivere l’enoturismo

L’impatto che la pandemia ha avuto sull’enoturismo è sicuramente notevole. Non regna però un pessimismo dilagante: secondo quanto riportato dal Global Report of Covid-19 Impact on Wine Tourism, più dell’80% delle cantine è positivamente proiettato verso il futuro e si aspetta una grande crescita del settore nei prossimi 10 anni.

La centralità dell'enoturismo nel panorama italiano tra digitalizzazione ed esperienza territorialeFonte: Winetourism.com

L’interruzione degli spostamenti ha in buona parte coinvolto i visitatori internazionali, accelerando delle dinamiche tecnologiche già in atto e creando uno scenario in cui gli operatori si rivolgono in primis a un pubblico domestico, in attesa della ripresa del turismo internazionale.

Il settore dell’enoturismo, come d’altro canto anche altri comparti turistici, ha dovuto mettere in atto strategie di natura diversa, proprio perché per la prima volta si è posto il problema della sicurezza e delle misure igieniche in luoghi chiusi. Così molte attività si sono trasferite all’aperto, dando vita a un nuovo filone “outdoor” della scoperta del vino. Come testimoniano le iniziative come “Vigneti Aperti”, i picnic, le degustazioni e le esperienze all’aperto legate al vino sono in costante crescita.

Il boom delle esperienze virtuali e il “neverending tourism”

Oltre a queste iniziative in loco, nel 2020 abbiamo assistito in tutti i campi a un digitalizzazione crescente delle vite delle persone. E anche nel settore dell’enoturismo, come si sa, è nei periodi di crisi che bisogna reinventarsi. La digitalizzazione offre ampie un’opportunità per le cantine, che durante il lockdown non hanno potuto accogliere “fisicamente” i loro visitatori e hanno cercato di conseguenza soluzioni alternative. Ed è così che nel 2020, anno del grande boom dell’home delivery, emergono realtà e piattaforme di aggregazione verticali sulla wine economy e specializzati nella fruizione di degustazioni digitali, direttamente da casa.

I tour e le degustazioni virtuali sono stati un ottimo trampolino di lancio in fase ripartenza perché forniscono un ritorno in termini di visibilità della destinazione, del territorio e della comunità locale in un fil rouge tra online e offline.

Allo stesso momento abbiamo spesso sentito parlare di neverendig tourism, un trend che si sposa perfettamente con quello dell’enoturismo. Il turista cerca un’esperienza che continui nel tempo, cercando di prolungare l’esperienza tramite l’offerta online di quello che ha esperito. Ogni azienda vitivincola dovrebbe far continuare l’esperienza in loco o la degustazione digitale dotandosi di un e-commerce, un negozio virtuale attraverso il quale vendere direttamente i propri prodotti. Questa soluzione è ideale per ammortizzare periodi di bassa stagione ed essere attivi 365 giorni l’anno.

La digitalizzazione dei processi di acquisto

Sempre più aziende hanno attribuito la giusta importanza alla digitalizzazione non solo per il successo delle esperienze virtuali ma anche per programmare bene la riapertura. Come abbiamo visto il mercato delle esperienze enoturistiche è in continuo divenire e per intercettare una domanda sempre più digitalizzata nuova bisogna mettere in atto nuove strategie tecnologiche dei processi di acquisto.

I canali di distribuzione variano con il variare del mercato e oltre ai tradizionali canali di vendita se ne aggiungono una miriade di canali ulteriori che determinano uno scenario complesso. La soluzione è una sola: integrare nel proprio sito web un sistema di prenotazioni che possa tenere sotto controllo al tuo posto la tediosa e manuale gestione delle richieste.

La prenotazione online diretta è un punto di contatto prezioso tra il fornitore e l’utente e che mette in comunicazione la domanda con l’offerta. Da un lato rende visibile il prodotto e lo rende facilmente prenotabile, dall’altro permette di gestire le prenotazioni, la booking window e i canali di distribuzione, sincronizzando disponibilità, calendario e inventario. Il tutto in tempo reale.


Questo periodo difficile ha sicuramente messo a dura prova gli erogatori dell’esperienze enoturistiche ma ha anche fatto emergere nuove necessità ora diventate prioritarie che portano a ripensare le esperienze tra mondo digitale ed esperienza territoriale e ad estendere la fidelizzazione e il coinvolgimento dell’utente tramite una transizione digitale “dal volto umano”.

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